Intervista a Federica Bosco


Premessa: fate un salto su un sito che vende libri e digitate nel campo di ricerca Il peso specifico dell’amore (Mondadori) di Federica Bosco. Ora leggete sotto, nella sezione “chi ha comprato questo libro è interessato anche a”. Al momento di scrivere questo articolo, il sistema elenca Curzio Malaparte, Umberto Eco e Alessandro Baricco. Stupiti? E perché questa indagine? Per mettere a tacere una volta per tutte un certo tipo di critica senza fantasia che ripropone ancora l’etichetta “letteratura rosa”, ma mai “letteratura azzurra”. Che immagina un bacino d’utenza fatto di lettrici sciocchine in grado solo di sospirare e assimilare reality show. E che finge (per posa?) di ignorare che una lettrice intelligente, colta, impegnata, serena, non ha bisogno di pesare sempre come piombo per essere presa sul serio. Ogni tanto ti puoi anche mettere in pantofole col gatto in grembo e lasciare che la serotonina scorra libera. È questa la lettrice media di Federica Bosco.

Bosco, autrice dalla collocazione geografica complicata (nata a Milano, cresciuta a Firenze, romana d’adozione) scrive esattamente e da sempre quello che vuoi leggere quando l’hard disc in testa è al limite. Ti aiuta a tenere lontano il reflusso gastroesofageo, la colite spastica, l’ulcera e il bruxismo. E ora che il suo esercito di fans è tanto vasto da poter rischiare di non accontentarli tutti, sta andando sempre più in profondità cercando di non farsi scoprire. Ma l’esperimento funziona, i lettori crescono di numero e forse ogni suo romanzo è migliore del precedente.
Il peso specifico dell’amore è la storia di Francesca, editor in una casa editrice in un epoca – la nostra – in cui trovare buoni autori e lanciare un buon libro diventa sempre più complicato

(Continua a leggere su Marie Claire l’intervista a Federica Bosco)