È naturismo, mica roba per viziosi!


Chi prova il naturismo non torna più indietro. Colpa dell’effetto Laguna Blu, il film culto del 1980 in cui la quattordicenne Brooke Shields e Christopher Atkins, nel ruolo di due giovanissimi naufraghi belli come il sole, nuotavano nudi nell’Oceano Pacifico segnando l’immaginario di una generazione. «Il senso di libertà e di pace che ho provato tuffandomi per la prima volta nel mare completamente nudo, e sentendo il sole su tutta la pelle non hanno eguali», racconta Marco Cattaneo, presidente dell’A.n.ita, l’associazione italiana naturisti che ha compiuto 50 anni (la più vecchia, insieme all’Unione Naturisti Italiani, riunite con altre associazioni nella Federazione Naturista Italiana), i cui dati parlano di 500mila praticanti in Italia e 20 milioni in Europa. Una vera e propria filosofia di vita, attenta all’ecologia – «Non lasciamo mai i nostri rifiuti nella natura: caso mai raccogliamo quelli degli altri» -, e che non ha nulla a che fare con la libidine, nonostante il facile preconcetto.

Al naturismo si viene iniziati seguendo gli amici, o per caso: «L’estate dei miei 17 anni ero in vacanza in Francia e mi sono trovato per sbaglio in una spiaggia dove tanti non portavano il costume. Dopo un attimo di indecisione mi sono detto “proviamo”, e tutto è iniziato così». Da quel giorno Cattaneo, come la maggior parte dei naturisti italiani, ha scelto di fare le vacanze solo in strutture che permettono di lasciare le pudenda al vento. Quasi tutte fuori dai nostri confini, però. «Come in Croazia e Francia», spiega Fabio, socio A.n.ita. «In Spagna tutte le spiagge consentono il naturismo se non indicato diversamente. Da noi è l’esatto contrario. Quelle ufficiali, con delibera comunale, sono poche: Marina di Camerota in Campania, L’Oasi di Capocotta a Ostia, Torino di Sangro in Abruzzo, e la spiaggia Nido dell’Aquila a San Vincenzo, in Toscana».

Esistono però molti campeggi, club, villaggi in collina o sui laghi, dove togli le mutande appena arrivi e le rimetti un attimo prima di partire. Il profano si vergogna solo a pensarlo. «Invece noi siamo abituati a non osservare il prossimo con morbosità e malizia, non notiamo i difetti fisici», spiega Cattaneo. «Il naturismo abbatte le barriere sociali, non c’è sfoggio di costumi griffati. Nascono amicizie profondissime e durature perché nudi siamo tutti uguali, non si viene valutati dall’aspetto. Molte grandi strutture in Francia sono attrezzate per i portatori di handicap, che si sentono più a loro agio a spogliarsi fra persone non giudicanti. Piuttosto, ci si guarda molto negli occhi». Tutto molto bello. Ma l’igiene? «Una leggenda», spiega Lucia, infermiera 50enne altoatesina, dedita al naturismo da trenta. «La gente pensa che un pezzetto di stoffa sintetica possa proteggere dai batteri. Piuttosto, li tiene in un ambiente caldo e umido, così si sviluppano meglio».

Ci sono comunque delle regole di buon senso, quando si pratica il naturismo. Per consumare una bibita al chiosco è però convenzione (e buona educazione) sedersi con un’asciugamano intorno alla vita, e anche nelle strutture più rigorose, alle donne è consentito coprirsi durante il ciclo. «Poi ci sono quelli che si fingono naturisti per guardare, rovinando l’atmosfera e la reputazione del movimento, che non ha nulla a che fare con scambi di coppie o altre pratiche sessuali che non giudichiamo, ma che non ci riguardano», dice Lucia. «Per noi donne è una scocciatura, per questo ci iscriviamo alle associazioni e frequentiamo soprattutto strutture ufficiali, dove se uno si comporta male lo mettono in fuga. Nelle spiagge ufficiose mi è capitato di portare dei sassi in borsa da tirare ai marpioni che mi fissavano».

E i bambini? «Gli stranieri, soprattutto olandesi, praticano il naturismo con tutta la famiglia senza problemi», dice Massimo Candellone, che ha fatto anche parte del c.d. A.n.ita e Fenait. «Io e mia moglie Daniela abbiamo iniziato per caso, in una spiaggia in Grecia dove erano tutti nudi. Nostra figlia di due anni li ha subito imitati e abbiamo preso esempio da lei. Abbiamo fatto la scoperta di quanto sia bello non sentire addosso stoffa bagnata ed elastici. Ora che di anni ne ha 16, fa proselitismo fra gli amici». Amici giovanissimi che le chiedono: «E se mi capita un’erezione?». «Si fa come quando hai il costume, ti metti a pancia sotto o ti tuffi, aspettando che passi», tranquillizza il presidente Cattaneo. «Ma dopo un po’ che si sta nudi fra gente nuda, il controllo diventa molto maggiore». Così come aumenta l’attenzione a non urtare proprio lì, soprattutto i maschietti che sono più esposti. Molte persone che praticano il naturismo sono anche vegetariane, gli altri organizzano dei ricchi barbecue. «E l’addetto ai fuochi, state sicuri, di mettere il grembiule non se ne dimentica mai».

(Pubblicato su Gioia)