Gli amori impossibili, rigorosamente con l’uomo sbagliato
«Scelgo sempre uomini che non vanno bene per me, ma sento che Pier Paolo è quello giusto. Che ne dici?». A rivolgere la domanda a Dacia Maraini è Maria Callas sul set di Medea, 1969. Pier Paolo, regista del film, è Pasolini, per il quale la diva ha perso la testa nonostante sappia della sua omosessualità. È la dimostrazione che c’è sempre stata qualcuna, anche fra le famose, che pubblica l’inserzione donna cerca uomo. Possibilmente sbagliato. Povere anime che cozzano come arieti astigmatici contro amori senza esito, se non quello di farle piangere a spruzzo, e condannare le amiche ad ascoltare all’infinito il tormentone: «Ma quando ha detto “non provo nulla per te”, cosa intendeva?». Abbagli seriali, masochismo o difficoltà a modificare gli schemi? «In genere la donna che attira solo uomini “sbagliati” ha una bassa autostima di cui non è consapevole», spiega lo psicoterapeuta scrittore Nicola Ghezzani, autore di Quando l’amore è una schiavitù (Franco Angeli). E mentre le librerie continuano a riempirsi di saggi e romanzi sull’argomento (come Un amore sbagliato di Giulia Alberico, Sonzogno), e l’ammissione di essere andata a cercarsela arriva solo dopo un periodo fra i diciotto mesi e tre anni. Proviamo almeno a fare prevenzione con una guida rapida agli amori impossibili.
#1 Amori impossibili con lo sposato. Secondo uno studio dell’Università di Lousiville l’essere umano viene attratto dal partner altrui perché, inconsciamente, pensa che se è stato già preso ha qualcosa di speciale. «Gli sposati vengono scelti anche da colei che teme di non saper costruire una famiglia o non lo desidera, ma invidia quelle che ci riescono», dice Ghezzani. Monica, oggi 37 anni, ha vissuto la prima storia con uno sposato a 21 (lui 30) in un resort. «Ci incontravamo sotto le barche rovesciate mentre la moglie faceva attività con gli animatori. Ero sicura che l’avrebbe lasciata per me». Per puro scrupolo gli chiede di scegliere fra lei e la moglie: «Ha detto di doverci pensare, ma la mattina è partito con lei alla chetichella. Credevo che a spaventarlo fosse stato l’aut aut e ho riprovato con altri senza fare pressioni, convinta ogni volta che avessero vicino donne sbagliate, che ora dovevano farsi da parte. Poi, una delle mogli si è presentata alla mia porta con i loro due bambini è mi ha riversato addosso tutti i sinonimi di meretrice. E ho ricordato di aver già vissuto la scena tenendo per mano mia madre, che era la tradita».
#2 Amori impossibili con l’uomo che non ti ama
«Il preferito della donna che non conosce il diritto alla reciprocità», dice Ghezzani. C’è chi gira un film nella sua testa senza che il coprotagonista ne sia al corrente, come Lorna Morello di Orange is The New Black, che millanta le nozze imminenti col tizio che invece l’ha spedita in carcere per stalking. O una negoziante di Firenze che dopo aver stretto la mano di Sting nel camerino ha lasciato il marito e parlava come se stesse per sposare il cantante. Poi c’è Federica, un decennio a fare da ancella al gestore di un pub alle porte di Roma che intratteneva con lei rapporti carnali occasionali, ma in pubblico fingeva di non conoscerla. A rimetterci erano gli amici comuni, sollecitati a convincerlo che doveva sposarla. E poi c’è Mara, che ha perso la testa per uno che non l’amava apertamente, ma che le ha concesso la convivenza purché lei gliene fosse grata in eterno. «Non portava nemmeno giù la spazzatura e mi chiedeva dei regalini. Quando ha preteso che rinunciassi a una visita medica per sbrigare una commissione futile al suo posto, mi sono chiesta come ci si sente a essere corrisposte. Da un altro».
#3 Amori impossibili con il violento
Lungi dal colpevolizzare le vittime. Ma nei film le coppie fanno sesso appassionato dopo liti furiose, e le romantiche abboccano. Nella realtà invece, finisce come minimo con un occhio pesto, la “botta contro lo stipite”. «Con Stefano avevo solo fatto l’amore qualche volta, ma volevo di più», racconta Lisa, 27 anni. «Si fidanza con una ragazza tedesca che studia in Italia. Quattro mesi dopo si lasciano ed esulto, ma un amico mi dice che la tipa si è data alla fuga dopo aver preso uno schiaffo. Poi si mette con un’altra. Attendo, tanto so che sarà mio. Infatti, dopo tre mesi sono già in “pausa di riflessione”. «L’ha gonfiata di botte», spiffera invece l’amico. Ci siamo messi insieme dopo una zuffa in discoteca che ha procurato a lui e all’altro parecchi punti di sutura. Per me era solo un bravo ragazzo un po’ guerriero. Ora so che se il mio uomo ideale era un attaccabrighe avevo dei problemi anch’io. «Le complici dei violenti proiettano sull’uomo l’aggressività che vorrebbero possedere», spiega Ghezzani. «Quelle che invece ne sono vittime, desiderano essere espropriate della facoltà di ragionare con la propria testa». Lisa è rimasta con Stefano fino al primo pugno, dopo tanti schiaffi. Ora sta con un ragazzo bravo e basta, niente guerrieri.
#4 Amori impossibili con il narciso
Il narciso fa pensare al principe Azzurro di Shrek, col burro di cacao in tasca e la retina per capelli sotto l’elmo. E tranne qualche eccezione, è altrettanto cattivello. Se distoglie lo sguardo dallo specchio per posartelo addosso, infatti, spesso è perché progetta di essere una versione migliore di te. «Viene scelto da donne con carenze affettive, che si mettono a servizio dell’oggetto amato», spiega ancora Ghezzani. E non deve essere per forza un adone: per lui non è bello ciò che è bello, ma ciò che gli piace di sé. «Marco era appena passabile, ma mi corteggiava con charme e all’inizio mi copriva di attenzioni», racconta Anna. «Andava un po’ troppo in palestra e dall’estetista, ma mi sono imposta di non farne un pregiudizio. Invece era una specie di American Psycho con tre tipi di creme viso in bagno e la casa disseminata di specchi. Il sesso era fantastico solo se lo coprivo di elogi, ma poi carezzare il suo ego era diventata l’attività principale. Quando mia nonna è venuta a mancare non mi è stato di alcun conforto, sembrava stupito della mia tristezza perché aveva 89 anni e mi invitava a metterci in fretta una pietra sopra, così che si potesse tornare a parlare di lui, credo». È necessario dire che è finita lì?
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