
Suffragette e donne arabe al voto, parla la ministra del Bahrein
Per molti di noi il Bahrein è solo un posto pieno di petrolio e con un bel Gran Premio di Formula Uno. Per le donne arabe, invece, è un’oasi sociale in cui il diritto al voto è arrivato senza bisogno delle suffragette, e dove le opportunità di carriera femminile sono molte. Ora che anche nella vicina Arabia Saudita, con le prime elezioni comunali aperte anche alle donne (un evento annunciato persino nei titoli di coda del film Suffragette, in arrivo a febbraio) e si percepiscono piccoli segnali di cambiamento che stridono con l’anacronismo dell’Isis, un personaggio di spicco del mondo culturale del Bahrein, Sheikha Mai bint Mohammed Al Khalifa, ci spiega quanto può fare la differenza, per una donna del mondo arabo, nascere pochi chilometri più in là.
Sheikha Mai è Presidente dell’Autorità del Bahrain per la cultura e le Antichità (Baca) con prerogative di ministro. Membro della famiglia reale, nipote di uno dei padri fondatori del paese, è stata scelta per questo ruolo dal re Hamad bin Īsā Āl Khalīfa in persona, e da allora si è data molto da fare per farsi notare dalla comunità internazionale. Si è subito rimboccata le maniche per colmare il vuoto delle testimonianze storiche nel suo paese e ha dedicato un museo ai Dilum, il popolo che per primo si insediò a Manama, capitale dell’isola. Ora è spesso in Italia, protagonista e mediatrice di una serie di iniziative di valore, come il simposio Investire in Cultura dedicato alla promozione del patrimonio culturale del Bahrain e alla sua esperienza unica, organizzato da Art Valley a Milano. «Quest’anno avete avuto l’Expo in Italia, con lo slogan “Nutrire il mondo” e noi abbiamo partecipato con un progetto a cui tenevamo molto… (continua a leggere Suffragette e donne arabe al voto su marieclaire.it).