Millennium, Stieg Larsson non voleva il seguito


Millennium, la saga creata da Stieg Larsson, è stata profanata in ogni modo. Prima il furto dell’eredità alla compagna Eva Gabrielsson, che mai aveva potuto sposare, poi la deformazione del messaggio che l’autore, uomo femminista, voleva comunicare. I film americani, con l’ipersessualizzazione della protagonista. Infine la commercializzazione di un seguito, scritto anche bene da David Lagercrantz ma che l’autore non avrebbe accettato mai, soprattutto sapendo che niente dei proventi sarebbe mai giunto alla sua compagna. Ecco un’intervista che la vedova Eva Gabrielsson mi rilasciò tempo fa per raccontarmi come ci si sente a perdere un uomo davvero speciale.

Mentre a Roma il regista David Fincher presentava Millennium – Uomini che odiano le donne, a Stoccolma una donna sola prendeva atto dell’ennesimo evento che la riguarda, ma non la coinvolge. La vita ha dato è tolto molto a Eva Gabrielsson, compagna dello scrittore giornalista Stieg Larsson per 32 anni, fino a quando un infarto lo ha annientato in un freddo giorno di novembre mentre versava litri di caffè nella tazza e riversava copiosamente energie nella sua rivista Expo. Larsson se n’è andato senza immaginare che la sua trilogia di gialli appena consegnata all’editore sarebbe stata tradotta e distribuita in 30 paesi e ridotta in tre versioni cinematografiche, con risultati al botteghino tanto ingenti da far osare un remake a Hollywood.

Ma se davvero era l’uomo che si racconta, probabilmente nulla di tutto questo lo stupirebbe quanto vedere esclusa da tanto successo proprio la sua Eva, che amava dai tempi dell’università e con la quale ha condiviso le battaglie contro emarginazione, razzismo e ingiustizia.

Dopo la scomparsa di Larsson, infatti, la Gabrielsson, con cui lo scrittore non aveva mai contratto un regolare matrimonio, si è ritrovata senza casa e senza tutto ciò che aveva costruito col suo compagno, ed è stata esclusa dai diritti sulle sue opere perché la legge, in Svezia, non riconosce alcuna eredità ai conviventi. Ogni guadagno è finito nelle tasche del padre e del fratello di Larsson che lo scrittore, primogenito di genitori troppo giovani, cresciuto dai nonni materni ai confini della Lapponia, conosceva a malapena. Una volta accettato (ma mai superato) il lutto, Eva Gabrielsson si è seduta al computer insieme all’editorialista di Elle francese Marie-Françoise Colombani e ha iniziato a scrivere Stieg e io (in uscita anche da noi il 25 gennaio per i tipi di Marsilio), per raccontare l’incredibile vicenda legale di cui è ancora protagonista e per spiegare alla gente chi era davvero il suo compagno. Incontrarla, è stato un po’ come dare ancora voce allo scrittore scomparso. (continua a leggere su marieclaire.it)