Misoginia, chi ne “soffre” è sano di mente?
Misoginia: disfunzione che affligge colui che odia le donne, anche se è spesso convinto del contrario. Scherzi a parte, a volte mi accadono cose che confermano la mia personale teoria secondo cui la misoginia andrebbe inserita fra le malattie psichiatriche. Non so dare altra spiegazione ai messaggi come quello che segue, che continuo a ricevere. In questo caso si tratta di una lettera che mi è arrivata in risposta al disclaimer sul gruppo dell’associazione Nuovi Orizzonti per il quale faccio volontariato in aiuto alle donne vittime di violenza di genere, pubblicato un giorno in cui ero stanca di dover spiegare ai nuovi iscritti quei banali concetti di maschilismo (e misoginia spicciola) che avrebbero dovuto già capire da soli quando si sono iscritti. E che sono significative di quanto il problema venga preso con leggerezza.
Ecco, prima di tutto, il testo del disclaimer.
Ed ecco la risposta che mi è arrivata dopo qualche ora da un membro del gruppo. I commenti in grassetto fra parentesi sono miei.
«Oh si, certamente, una pericolosa minaccia per la sua piccola isola felice che non conta nemmeno 5000 iscritti, un gruppetto di persone che sogna un mondo in cui la violenza sulle donne non esiste (che noia sarebbe, eh?), in cui gli uomini godono di un rigoroso e fermo autocontrollo solo così, schioccando le dita (anche usando il proprio cervello non sarebbe male). Ho visto che lei ha scritto dei libri, che è solita prendere posizioni da persona piena di cultura (la ringrazio ma ho scritto un memoir sul porno, non un trattato sui massimi sistemi) e soprattutto che lei si informa costantemente e tempestivamente sui fatti che accadono intorno a noi (a una giornalista capita di informarsi, nonostante sia donna) …mica male come immagine da riflettere agli altri (mi sa che qui c’è un problema di sintassi), un profilo invidiabile e degno di stima senza alcuna ombra di dubbio (ma la faccia finita…). Tuttavia questa sua trionfale campagna contro la violenza sulle donne (non ha ancora visto nulla: stiamo progettando una marcia su Roma. Ah no, mi pare l’abbia già fatta qualcun altro a cui forse lei si ispira) non la porterà da nessuna parte e mi dispiace dirglielo così in maniera franca (a me dispiace che lo dica per convincere se stesso) ma lei sta sprecando il suo tempo e soprattutto lei sta rovinando l’altrui coscienza in modo irreparabile (se le coscienze non fossero già rovinate non avrei avuto bisogno di scrivere quel disclaimer, mi creda, genio).
Come può pretendere che il genere femminile possa riporre una solida fiducia nell’indole di noi maschietti se lei continua a dipingerci come esseri brutali e privi di mezze misure?! Lei non può pensare di guidare un movimento di femministe fuori luogo e fuori tempo (evviva! Sono una leader!) basandosi su una errata generalizzazione del comportamento delle persone di sesso maschile (non generalizzo, distinguo bene i cretini dagli uomini veri. Con i secondi ci vado anche a letto). Lei non può infangare in questo modo la nostra reputazione (quelli come lei hanno una reputazione da difendere?) basandosi esclusivamente sugli aspetti negativi e animaleschi che da sempre caratterizzano gli uomini (ma come, due righe sopra dice che non devo farvi passare per bruti?!?).
Maschi e femmine sono diversi per natura (vero: i maschi hanno un pisello e sono più grossi, quindi quando ci menano fanno male. Non vedo altre differenze) e nessuno dei due generi deve prevalere sull’altro (è quello che il femminismo invoca da decenni. Vede che frequentandomi fa già progressi?). Io in primis riconosco che negli ultimi anni si sia verificato un aumento dei casi di violenza su donne, italiane e straniere (errato: non sono aumentati, la violenza sulle donne è rimasta costante dagli anni ’40, mentre fra loro gli uomini si ammazzano il 50% in meno. Apposta parliamo di odio specifico verso le donne). So benissimo quanto sia difficile per una ragazza trovare il coraggio di raccontare episodi di violenza ad una persona fidata (no, non ne ha la minima idea, mi creda, smetta di fare il lecchino comprensivo) ma purtroppo la colpa è di tutti e due (voilà! Colpevolizzazione della vittima). Le donne hanno colpa eccome, la colpa di non essere scese dal piedistallo (espressione di cui abusa chi, invece di elevarsi, vuole che siano gli altri ad abbassarsi al suo livello) per aiutare l’uomo a confrontarsi con la sua natura (aridaje), esse pretendono solamente che l’uomo da solo “guarisca” (allora ho ragione a considerare la misoginia una malattia psichiatrica!) ed è così che rimangono poi fottute (abbiamo iniziato a protestare perché eravamo già fottute, grazie).
Bisogna fare fatica certo (se ne fa molta di meno emarginando direttamente i misogini, mi creda), la fatica di comprendere il disagio maschile (essere al centro dell’universo crea disagio, prendo nota), la difficoltà degli uomini ad affrontare un contrasto di idee in maniera pacata e razionale (aridaje con l’inferiorità psicologica! Ma che dobbiamo fare, levare il brevetto ai piloti maschi?). Se l’uomo ha dei problemi la donna deve dimostrare il suo valore aiutandolo (prendo nota: la donna che non dedica la vita ad aiutare un uomo non ha valore. Ancora non pervenuti i dati sulla situazione inversa) insegnandogli a relazionarsi in modo corretto, a vivere l”amore in modo sano, senza gelosie e senza timori (non la sua donna, caro mio, ma la mamma e il papà dovevano insegnarglielo, invece di imbottirle la testa di fesserie patriarcali. Una donna fa prima a scartarla). È proprio dalle paure e dalle gelosie che un uomo inizia a diventare sospettoso e minaccioso (la stupirò, ma un uomo non ha diritto di alzare le mani sulla sua donna nemmeno se la trovasse a letto con un altro). Il femminismo non ha mai portato a nulla di buono (vero, giusto robetta inutile tipo il voto alle donne), solo inutili chiacchiere su quale dei due sessi sia io migliore (visto che del femminismo ha capito tutto, che le rispondo a fare?)».
Fine.
Ragazze, smettetela quindi di lamentarvi della misoginia, di raccontare in giro che siete state picchiate o stuprate, o discriminate sul lavoro e nella vita quotidiana. Così roviniamo la reputazione di un certo tipo di uomini (perché uomini che non sono d’accordo con l’esempio qui sopra ce ne sono, eccome), uomini che hanno bisogno dell’insegnante di sostegno per tutta la vita (siamo noi, gratis) per capire che i diritti civili sono un obbligo e vanno rispettati. E se la misoginia aumenta è tutta colpa nostra, che invece di essere fedeli al ruolo genetico infermieristico assegnatoci da Dio™ in persona, invece di usare la dolcezza per muovere la coscienza di chi ci ammazza di botte, ci riserva gli stipendi più bassi, ci stupra e ci sottovaluta con battute sessiste anche se siamo capi di Stato, tentiamo sconsideratamente di difenderci e combattere come farebbe un uomo. Non lanciamo nemmeno fiorellini in bikini rosa!
Gli uomini, secondo questo signore che fa un po’ compassione, sono “animaleschi” per natura, quindi ricordatevi di non farvi operare mai da un chirurgo uomo. Non sia mai che si metta a discutere con la moglie al telefono, stretto fra spalla e orecchio, gli si smuova “l’istinto animalesco” e vi lasci sul tavolo operatorio con la pancia aperta.
Oh, l’ha detto lui.
Ps. Amici uomini (veri), ribellatevi a questi cretini che vi guastano la reputazione.
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