Unioni civili, ce le spiega la senatrice Monica Cirinnà


Unioni civili: il presidente Mattarella ha firmato il decreto legge. l’11 maggio scorso, la Camera aveva dato il via libera, con 372 voti a favore e 51 contrari, alla prima legge italiana che prevede (testuale) una “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”. Da quel momento, al di là dei festeggiamenti di chi la legge l’ha attesa e voluta fortemente, e la conosce per filo e per segno, hanno cominciato a circolare anche imprecisioni, perplessità, paure, illazioni, curiosità, previsioni catastrofche, fra coloro che hanno potuto seguire poco l’argomento, magari perché non li riguarda direttamente. Per fugare ogni dubbio e fare chiarezza, abbiamo interpellato la persona più qualificata a spiegare cosa ci aspetta da ora in poi: la senatrice Monica Cirinnà, che questa legge l’ha disegnata e l’ha portata avanti a testa bassa, incurante delle polemiche (e anche qualche insulto).

Senatrice, spieghiamo l’iter che seguiranno ora le unioni civili, come se parlasse con una bambina di 5 anni.
Prima di tutto, la legge è stata firmata dal premier Renzi e ora è stata firmata al Quirinale dal presidente Mattarella. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quando cioè sarà “promulgata”, il Consiglio dei Ministri avrà 30 giorni di tempo per fare il decreto anagrafe, il decreto da inviare a tutti i sindaci di Italia per spiegare loro come si fa l’unione civile, come si iscrive nel registro anagrafico, qual è la formula del rito. Questo decreto dovrà ancora passare il vaglio del Consiglio di Stato e poi della Corte dei Conti, per cui io presumo che le prime unioni saranno possibili tra i agosto e settembre. Se si fa prima, meglio ancora.

Cosa succederà con le tormentate stepchild adoption?
L’adozione co-parentale del figlio del partner è già prevista nell’articolo 44 della legge sulle adozioni, la 184 del 1983, a norma del art 44, comma 1 lettera D, “adozione in casi particolari”. Non solo è già applicabile e lo rimarrà anche per le coppie unite civilmente, ma non è vietata in modo esplicito neanche dal maxiemendamento del Governo, che la prevede nel punto 20, nella frase dove si dice: «resta applicabile per i magistrati tutta la normativa vigente in materia di adozioni». Quindi, a scanso di equivoci e di questioni messe in campo dai detrattori della legge, ovunque essi siedano, in Parlamento e fuori dal parlamento, i giudici non hanno affatto le mani legate; anzi, continuano ad applicare l’articolo proprio perché si chiama “adozione in casi particolari”, e perché loro hanno solo un’obiettivo da seguire, che è l’interesse supremo del bambino. Se l’interesse del bambino si realizza con due papà o con due mamme che hanno fatto le unioni civili, loro la applicheranno.
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