Luca Argentero è un tossico di serie tv


Ma quello laggiù non è Luca Argentero? Sarà il caso che mi avvicino e ci parlo? No, perché, ci sono incontri con celebrità che suscitano l’entusiasmo delle amiche, quando posti la foto su Instagram. Poi, però, devi fare attenzione che nessuna ti rubi un capello dalla spalla per impastarlo nel tuo simulacro in cera, che userà come puntaspilli durante un sabba. Ecco, credo – temo – che con Luca Argentero si corra proprio quel tipo di rischio. Intanto mi avvicino. Ora ci ritroviamo fianco a fianco. Siamo alla Triennale di Milano, alla mostra dei capi in cashmere realizzati dagli allievi di Vision to Come, il progetto di Falconeri per i futuri talenti della maglieria italiana, e già qualcuna mi sta guardando male. Va beh, me ne infischio, ci parlo lo stesso.

Non la facevo un tipo da cashmere.
Dice a me? Ma no, guardi, faccio poco shopping, ma di qualità. Mi piace affezionarmi ai miei capi, farli durare. Qui però sto curiosando soprattutto per capire quanta creatività c’è ancora nei giovani italiani. Credo nella meritocrazia.

Beh, lei è riuscito a dimostrare cosa sa fare, nessuno ricorda più che viene dal Grande Fratello…
E pensare che non avevo nemmeno intenzione di fare l’attore, è capitato. Bisogna approfittare delle occasioni che ti vengono offerte. Poi però c’è un fattore che, purtroppo, è prezioso in ogni settore.

E quale sarebbe?
Avere culo.

Ah.
Sa, quando ottieni quelle vittorie su cui non contavi per niente, quando ti trovi nel posto giusto al momento giusto (continua a leggere su marieclaire.it).