25 novembre, difendersi dalla violenza di genere
25 novembre: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto questa data in omaggio alle sorelle dominicane Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, che per essersi opposte alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo vennero incarcerate, violentate e uccise il 25 novembre del 1960. Il loro sacrificio ha innescato la rivolta popolare e poi la morte del dittatore. E oggi sono il simbolo di chi continua a subire.
Oltreoceano. Secondo il Rape, Abuse & Incest National Network, la maggiore organizzazione antiviolenza di genere degli Stati Uniti, una donna americana su sei ha subito uno stupro o tentato stupro, o un abuso di tipo sessuale. Ogni anno, quindi, negli Usa, 288.820 donne dai 12 anni in su ne sono vittime. Il 54% ha meno di 30 anni. Il 3% ne ha più di 65. Produrre cifre sui paesi islamici è difficile perché le denunce non sono una conseguenza scontata, e in alcuni paesi la vittima può subire punizioni peggiori del colpevole. È certo che nei paesi dove sono in corso conflitti, come in Siria e nello Yemen, la violenza sessuale è aumentata, e il fatto che venga commessa anche su donne coperte dalla testa ai piedi dal niqab conferma che l’abbigliamento non ne è la causa. In Africa il problema è drammatico nell’area subsahariana, dove lo stupro viene usato anche come arma di guerra. Il record riguarda le donne della Tanzania: il 60% dichiara di essere regolarmente vittima di abusi di tipo sessuale. Durante il terzo Women and City Summit di Santiago, in Cile, lo scorso gennaio, è stata presentata un’indagine secondo cui il 50% delle sudamericane ha subito abusi di tipo sessuale, dalla molestia al rapporto forzato. Ed è la loro maggiore preoccupazione quotidiana.
Nei 28 paesi dell’Unione Europea le donne cominciano a essere oggetto di molestie e abusi di genere dall’età di 15 anni. Una ricerca del 2014 commissionata dal Fra, l’Agenzia europea dei diritti fondamentali, ne ha interpellate 42mila fissando una percentuale media di vittime al 46%, e svelando il primato di violenza in tre nazioni insospettabili (continua a leggere su marieclaire.it)