Le donne italiane non fanno più figli: ecco perché


Le donne italiane non fanno più figli? E perché? Anno 2009, conferenza stampa di lancio del film Uomini che odiano le donne. Un giornalista chiede alla protagonista Noomi Rapace, che ha già un figlio di 5 anni: “come fa a conciliare il ruolo di mamma con la carriera?”. L’attrice svedese non è sicura di aver capito bene la domanda e chiede al giornalista “perché non lo ha chiesto ai miei colleghi maschi? Anche loro hanno dei figli”. Il giornalista è italiano. 2015, inaugura l’Expo. Una mamma tedesca chiede aiuto per trasportare su per le scale di una delle tante stazioni della metro M1 di Milano, la più vecchia, il passeggino con il figlio dentro. Un po’ di estranei le danno una mano tirandolo su come un baldacchino perché in quella stazione non c’è un ascensore. 2017. In un condominio qualsiasi di Roma due donne attendono l’ascensore insieme. Non si conoscono, una è una madre con bambino. Quando l’ascensore arriva non riesce a farci entrare il passeggino. Deve chiedere all’altra di prendere in braccio il bebè mentre chiude l’aggeggio infernale ed entra in quella scatoletta troppo piccola perché probabilmente progettata 20 anni fa da un uomo, che di questi problemi era all’oscuro. Da quando sono stati diffusi i dati Istat sull’ulteriore calo delle nascite in Italia (-100mila in 5 anni) se ne sono sentite tante sul perché le donne non fanno più figli, che già fa un po’ sorridere perché non si sente mai chiedersi perché non ne facciano più gli uomini. Ma siamo certi di sapere davvero il perché?

Le teorie vengono spesso da uomini opinionisti, che con uno sforzo di immaginazione attribuiscono il problema soprattutto a fattori economici e chiedono maggiori ammortizzatori sociali per incoraggiare le nascite. Utilissimi, per carità. Paesi come la Svezia e la Francia, con un welfare molto attento alla maternità (il governo francese destina il 2,5% del Pil alle politiche familiari) registrano un numero di nascite molto più alto del nostro. Ma in Italia le nascite sono di più nel Sud, che è meno ricco. Ci deve essere di più. Secondo i sondaggi, alla domanda “perché non hai avuto figli?” la maggior parte risponde “non ho trovato l’uomo giusto”. Una risposta apparentemente ambigua. Ma se quella disattenzione nei confronti degli ascensori e di tanti altri piccoli disagi (che sommati nella giornata di una donna le fanno pensare a volte “ma chi me l’ha fatto fare?”) fosse la proiezione di ciò che succede dentro casa? Il compagno ideale è quello che fa lo sforzo di mettersi nei panni della sua donna, come lei fa da secoli? Nelle famiglie italiane tradizionali non si è ancora raggiunta la parità di suddivisione dei compiti. Un altro dato Istat di qualche anno fa dimostrava che una madre single aveva molto più tempo libero di una sposata, segno che il marito/compagno si aspetta ancora di essere accudito dalla donna che è già molto presa dal bambino, invece di dividere con lei cambi di pannolini e faccende domestiche. Questa ultime vengono svolte come “una regalia”, invece del dovere di un coabitante, anche se entrambi i componenti della coppia sono lavoratori. Ma ci deve essere ancora di più. Lo scopriamo attraverso i racconti di 9 donne che hanno deciso di non avere figli, come scelta di vita.

#1 Sono in zona limite, ma non ho mai deciso veramente di non volerne. Semplicemente non è mai stata una priorità. Prima venivano una serie di interessi e passioni che invece erano assolutamente vitali. Secondo: non ho mai avuto desiderio di figli slegato da un rapporto che funzionasse. E finché avevo dubbi sul rapporto il desiderio di figli non prendeva mai il sopravvento. Questo non vuol dire che spesso non ci pensi o che non mi immagini con figli, o non ne abbia a tratti desiderio. E ho paura di potermi pentire. Ma ecco, finora non c’è mai stato quel bisogno viscerale che tante donne mi raccontano. Mi verrà quando sarà troppo tardi? Chissà. Pazienza, dico, nella vita c’è tanto altro. (Chiara).

#2 Non me la sono sentita di stravolgere la mia vita e sono troppo gelosa dei miei spazi che voglio gestire nella massima libertà. Soprattutto, conoscendo il mio carattere apprensivo, non mi sono voluta “rovinare la vita” con pensieri e preoccupazioni continue, avrei vissuto tutto molto male. Sono una zia innamoratissima, faccio di tutto per le mie nipotine, le porto anche in vacanza, ma devo sapere che, una volta riconsegnate ai genitori, la mia vita è solo mia. Sembro una senza cuore? Ma io faccio molto per i bambini, a cominciare da quando, a 20 anni, ho iniziato a boicottare tutte le aziende che li sfruttano. Per non parlare del volontariato. Semplicemente non voglio figli miei. Mi reputo, in questo senso, meno stronza di tante mamme che pensano solo ai loro frugoletti e se ne fregano di tutti gli altri, o di quelle che se ne fregano anche dei propri (quante ne ho viste, lavorando per dieci anni negli asili). Forse sono andata un po’ fuori tema, ma sono anche stufa di essere considerata una posseduta dal demonio ogni volta che dico di non volere figli. Forse è proprio questo che dovrebbero capire, che i bambini si possono amare in mille modi, non necessariamente diventando madri. Anzi, io li amo così tanto da non averne fatti. Anche perché poi diventano grandi. (Marzia 1)

#3 Ho un forte istinto materno molto evidente, cosa di cui molti miei ex hanno approfittato. Con loro sembrava non arrivasse mai il momento adatto, se così si può dire. Gli facevo da madre e a loro andava bene fare i figli. Ho anche avuto un lavoro con cui guadagnavo bene e che mi permetteva di fare una vita divertente, per cui le sere si passavano fuori molto volentieri e si rimandava. Ormai non posso più averne, ma occupandomi di una nipote, dai pannolini ad ora che è nella preadolescenza, non mi manca un figlio. Me ne pentirò in vecchiaia? Boh… (Sonia)

#4 Io li ho protetti dalle condizioni ignobili di questo mondo. Probabilmente è stato l’atto d’amore più grande nei loro confronti. (Cristina).

#5 Riconosco in me una totale assenza di istinto materno e una assenza totale di sopportazione verso i bambini. Inoltre non sarei mai disposta a sacrificare il mio tempo e denaro per un figlio. Tutto qua. Secondo me dire “perché non ho trovato l’uomo giusto” è un alibi da romanticone. Quando io dico: “non voglio figli perché i bambini non mi piacciono” inizia la cantilena sui piccoli miracoli, e che sono una senza cuore, e che se mia madre avesse ragionato così io non sarei nata, e bla, bla, bla. Se invece butti lì: “sto aspettando l’uomo giusto” la risposta sarà più gentile, e via con: “dai, lo troverai”. Quello che non mi è successo con 30 anni di vita secondo loro succederà all’improvviso in un giorno di primavera. Poi, per carità, esistono pure uomini e donne che non hanno trovato davvero i partner giusti per far figli, ma penso che molti usino il luogo comune come un paravento. (Maria Laura)

#6 Non mi vedo con prole mia. Sono una zia stupenda e mi trovo bene in mezzo ai bambini, ma non mi vedo come madre. Nonostante questo ho spesso pensato più all’adozione che ad averne di miei. Mia zia, per motivi di salute non ha potuto averne e per un piccolo periodo ho pensato di “prestarle” il mio utero. Ma in quel momento ho scoperto di avere anche paura della gravidanza. Fine dei giochi. (Marzia 2)

#7 Ho sempre avuto paura di far del male ai neonati, così piccoli e fragili. Una volta me ne hanno dato uno in braccio e voltandomi di scatto gli ho fatto battere la testa contro uno spigolo. E poi, non volevo fare la stessa vita di mia madre. Ma nonostante ciò stavo per mettere su famiglia con un uomo che invece, dopo due anni di convivenza si è rivelato un violento. Ha anche cercato di uccidermi. Ecco, se in quei tre anni avessimo avuto un figlio (in realtà ero rimasta incinta, ma l’ho perso spontaneamente) mi sarei ritrovata in guai più grossi dell’universo. Da allora ho avuto altre storie ma non sono mai più riuscita a fidarmi di un uomo. Avrò sempre paura di prendere la stessa fregatura, di mettermi in casa un principe azzurro che si trasforma in orco, anche perché la cronaca nera non mi aiuta a cambiare idea. Lavoro molto e ci sono stati momenti in cui avrei potuto crescerne uno da sola, ma non l’ho fatto. Ormai sono fuori tempo limite, è andata bene così. (Carla)

#8 Non so se avrò mai dei figli. Per ora, egoisticamente parlando, voglio concentrarmi sulla mia, di crescita. Una signora con tre figli mi ha detto che non c’è mai nella vita di una donna il momento buono per farli. Arrivano e basta. Ma io penso che invece un figlio stia meglio in una famiglia e che si possa programmare bene. Ma ora non credo molto nelle relazioni durature. E poi ho paura. È un mestiere difficile, non so se avrei il fegato di vivere con il timore che succeda qualcosa al bambino. Già quando vedo mio fratello sfrecciare via con la bici chiedo ai miei genitori “ma come fate a non avere i brividi?”. (Fabrizia)

#9 Ragazzi che avrebbero voluto dei pargoli con me li ho incontrati. Ma ero io che scappavo. Avevo paura di averne, ero io una bimba, (lo sono abbastanza anche ora) figuriamoci crescerne uno. Non ha mai fatto parte del mio pensiero globale, profondo, vi erano sempre priorità più alte, più belle, viaggiare, studiare in altre citta, il lavoro… Ora che sarei pronta per averne uno e vivo in Germania, l’età non me lo permette più. Qui la tutela delle donne con figli è altissima, sposate e non. Puoi lavorare part time senza problemi, lasciare il lavoro e trovarne un altro in un’altra azienda dopo il parto. Diciamo che paesi come questi incoraggiano molto la procreazione, e per questo vedi in giro un sacco di giovani con carrozzina. L’uomo giusto? Certo anche lui ha una valenza altissima, se c’è l’amore. In fondo, il desiderio di procreare è una delle cose più belle della vita. Peccato ce l’abbiano negato. (Arianna)