Marina Ripa di Meana biografia, scandali, miracoli e morte di una donna irripetibile


Marina Ripa di Meana è morta e lo ha fatto per prima nel 2018, fra tutte le star, così nessuno le ha rubato la scena con noiosi paragoni di Capodanno. Per decenni ha fatto parlare di lei e ancora non abbiamo capito bene se ci doveva sembrare simpatica o antipatica. Forse simpatica. Sicuramente ironica e autoironica. Come si faceva a non ammirare una che per protestare contro le pellicce, negli anni 80, compariva su manifesti giganti, con un vello pubico sovradimensionato e lo slogan a fianco: “l’unica pelliccia che non mi vergogno di indossare”? Fantastica nelle sue contraddizioni, Marina: c’è ancora qualche vecchia amicizia in decadenza che sfoggia le pellicce (ormai tarlate) che lei diede via frettolosamente, quando decise di aderire a quella campagna animalista. E chi è abbastanza vecchio da ricordare quando, alla fine degli anni 70, lanciò una torta in faccia a Maurizio Costanzo, durante il programma Grand’Italia, irritata dalla scarsa considerazione che il conduttore le stava riservando mentre si prestava al ruolo di “cameriera” della puntata?

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Negli anni 80 Laura era un abitue' del mio Atelier di Piazza di Spagna, addirittura mi ordinava i vestiti senza neanche vederli tanto si fidava del mio gusto. Eravamo diventate amiche e l'unica preoccupazione quando uscivamo insieme era mettersi dei tacconi alti perché io ero un po' più alta di lei. Era timida, affettuosissima e di una bellezza straordinariamente solare, una sera, era da poco finita la sua storia con Belmondo, l'ansia a prendere con mio marito e Carlo Caracciolo, suo grande ammiratore, e tutti e quattro andammo a cena da George vicino Via Veneto, durante la cena lei parlò pochissimo cercava solo un po' di mia complicità con non poco imbarazzo! Qualche giorno dopo mi chiese chi era quel signore a tavolo con noi, non aveva idea di chi fosse Carlo Caracciolo ne tantomeno che fosse l'editore di Repubblica. Si limitò a dire bello……… Ma un po' troppo "Signore" per me. Gli abiti che ha nella foto sono del mio Atelier Marina Lante Della Rovere

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Oppure la ricorderemo per l’avvenenza? Marina Ripa di Meana era così bella che anche in età avanzata, quando la incontravi agli eventi della grande bellezza romana, le invidiavi le caviglie sottili che spuntavano dai leggings. Aveva sempre qualcosa per farsi notare e attirare i giornalisti: un cappellino stravagante, dei tacchi buffi, un oblò nel vestito. O semplicemente la sua faccia che invece di invecchiare, a ogni compleanno, sperimentava solo un nuovo tipo di estetica. Era così bella, Marina, che per interpretarla nel film I miei primi 40 anni, ispirato dalla sua scandalosissima autobiografia, Carlo Vanzina scelse un pezzo di donna come Carol Alt. Nessuno le resisteva. Calabrese, amica sin da ragazza di Paola Ruffo di Calabria, futura regina del Belgio (con cui apre un atelier) ha sempre attirato (e non il contrario) l’aristocrazia intorno a lei. Amori importanti: il primo marito Alessandro Lante della Rovere (da cui ha la figlia Lucrezia, l’attrice). La storia malata col pittore Franco Angeli, il secondo marito Carlo Ripa di Meana (che lei soprannominò Orgasmo da Rotterdam). E poi l’amicizia con Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Goffredo Parise, Bettino Craxi, che accompagnò in aereo all’esilio di Hammamet.

Da presenzialista del jet set, all’inizio degli anni 80, è poi diventata il personaggio televisivo dell’ultima parte della sua vita. Quella che incontravi in giro per Roma con i carlini. L’animalista, le concorrente da reality show (partecipò a La fattoria), l’opinionista rissosa. Mai scontata, sempre pungente. Dopo aver perso l’amata sorella Paola le aveva dedicato un libro, Cara Paola, sorella mia. Ora l’ha raggiunta, dopo 16 anni di lotta contro il cancro. E continuerà a farsi notare nel modo più visto possibile: l’assenza.