
Cosa resterà del Festival di Sanremo 2022 e perché è stato molto bello
Il festival di Sanremo 2022 è stato molto carino e ha dimostrato come forse siamo migliori di come ci dipingono. Perché ha vinto il duo Mahmood e Blanco, due ragazzi uno con la gonna e l’altro con il voile ricamato e luccicante. Perché al terzo posto c’è Gianni Morandi, un signore di 77 anni ma l’hanno votato pure i giovani. Perché finalmente abbiamo avuto Drusilla Foer invocata da anni. Perché Sabrina Ferilli ha fatto un monologo per spiegare che non avrebbe fatto un monologo e ha demolito quel pegno che solo le donne italiane devono pagare per essere ascoltate: dire qualcosa di caritatevole. Perché La rappresentante di lista venderà un botto. Perché Damiano David dei Måneskin ha pianto. Perché Giovanni Truppi ha portato una bella canzone di quelle che piacciono a chi non sta mai bene niente. Perché Orietta Berti è Orietta e Loredana Berté è Loredana. Per antonomasia. Perché Achille Lauro si è fatto ha il fisico e siamo contente di averlo visto. Perché tutti i ragazzi che sono saliti sul palco mi sembra promettano bene in fatto di morte del patriarcato.
Non a caso, il giorno dopo sul Tg3, l’antropologo Marino Niola ha detto: “Sta per fortuna tramontando l’immagine del maschio alfa, l’uomo può essere anche debole, l’uomo può manifestare la sua debolezza, ed è una grande liberazione di cui siamo debitori alle donne, perché sono state loro a fare scoprire ai maschi un’altra parte di sé. Il Festival di Sanremo ci ha restituito l’immagine di un paese equilibrato che non ha paura del nuovo, però allo stesso tempo non rottama il vecchio. È stato molto bello l’appello di Marco Mengoni contro gli odiatori online e a favore della gentilezza. Ci vuole una lezione di ottimismo ed è venuta da Sanremo, caduta come manna dal cielo perché ne abbiamo bisogno per superare la prova che ci attende adesso, quando dovremo ricostruirci dopo la pandemia”.
E così sia.
(Photo Sgp Italia Courtesy Gucci)