Tutto ciò che abbiamo capito sulle donne dalla sentenza Depp Heard


Il 10 marzo 1977 il 43enne regista Roman Polanski è a casa di Jack Nicholson, prestata come location per un servizio fotografico mentre il proprietario sta sciando. Insieme a lui c’è la tredicenne Samantha Jane Gailey. Sua madre, che è modella, ha dato il consenso perché Polanski realizzasse degli scatti da pubblicare sull’edizione francese di Vogue. La bambina è in imbarazzo perché durante la prima sessione fotografica Polanski le ha già chiesto di posare in topless. Stavolta, invece, la fa bere, la droga e poi la sottoporrà a ogni tipo di perversione, compresa la sodomia. Ma Samantha parlerà, Polanski verrà arrestato e processato, dapprima si dichiarerà innocente, ma poiché le cose si mettono male proporrà un patteggiamento purché gli venga riconosciuto solo il reato di rapporti sessuali con una minore di 14 anni. Quando si rende conto che comunque dovrebbe scontare una pena detentiva in prigione, fugge a Londra e poi in Francia. Da allora evita di visitare qualsiasi paese che possa estradarlo negli Stati Uniti. La sua carriera non ha subito alcun danno, ha continuato a girare film e a fare incetta di premi internazionali. Si è anche sposato con una donna più giovane di 33 anni che dopo le nozze raccontava compiaciuta di come l’affascinasse l’aura sulfurea di lui che “ha persino l’alito che sa di zolfo”, diceva. Nonostante la corte lo abbia riconosciuto colpevole, in tutte le biografie si parla del suo reato come “presunto”, lasciando intendere da più di 40 anni che la bambina potrebbe aver inventato ogni cosa e che i giudici e la giuria fossero degli incompetenti. Nel 2009 Hollywood ha lanciato una petizione per riabilitare Roman Polanski e l’hanno firmata molti suoi colleghi, compreso Woody Allen che oggi è sposato con quella che era la sua figlia adottiva, più giovane di 35 anni.

Nella notte del 23 giugno 1993 la manicurista Lorena Gallo corre fuori dalla sua casa in Virginia con in mano il pene del marito John Bobbit, asportato con un taglio netto mentre dormiva. Mentre guida per fuggire, Lorena getta il moncherino dal finestrino ma poi si ferma e chiama il 911 per autodenunciarsi e dire alla polizia dove trovarlo. Verrà riattaccato al proprietario con un delicato intervento chirurgico. Al processo, seguito da tutto il mondo fra battute e lazzi, Lorena Bobbit si lamenterà di rapporti anali forzati dal marito e di altri abusi che l’avrebbero portata all’esasperazione e alla reazione violenta. Verrà condannata per aggressione ma le viene riconosciuta l’infermità mentale. Inizialmente Lorena Bobbit viene difesa dall’opinione pubblica, fa tenerezza e compassione. Ma negli anni il suo nome diventa sinonimo di cosa siano capaci le donne dietro quella fragile facciata, un termine per antonomasia, mentre il marito diventerà porno attore. Intanto, in contemporanea e nell’indifferenza generale, 200 milioni di bambine e ragazze sparse per il pianeta subiscono in quegli anni mutilazioni genitali in rispetto di un’insensata e misogina tradizione. Molte muoiono di setticemia perché le lamette che vengono usate per l’escissione del loro clitoride sono sporche. Ma non scoppia alcun caso mediatico per loro.

Nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2003 Bertrand Cantat, fondatore del gruppo Noir Désir che ha riscosso molto successo internazionale con il pezzo Le Vent Nous Portera è in una camera d’albergo a Vilnius in Lituania con la compagna, l’attrice Marie Trintignan figlia dell’attore Jean-Louis Trintignant. Per qualche motivo scoppia una discussione fra i due e la mattina dopo lei è una salma in obitorio. Cantant le ha procurato la frattura del setto nasale, lesioni interne e un’edema cerebrale che le sono stati fatali. Al processo dice di averla solo presa a schiaffi a mani aperte – come se questa fosse una cosa lecita -, che la morte è da attribuire agli anelli di cui ha piene le mani e alla caduta involontaria della donna dopo uno dei ceffoni. La perizia medica proverà invece che Bertrand Cantat ha colpito Marie Trintignan 19 volte, di cui 4 in pieno volto e con i pugni ben chiusi, e che sta mentendo in cerca di una pena più lieve per omicidio preterintenzionale. L’opinione pubblica ne prende atto come una fatalità e sospira. Marie doveva capirlo prima che Bertrand Cantat è un uomo violento, lo sapevano tutti (anche se non è chiaro chi siano i “tutti”) ed ecco cosa succede a scegliere gli uomini sbagliati.

Il 1 giugno del 2022, una giuria si è pronunciata sullo squallido caso che ha messo l’uno contro l’altra Johnny Depp e Amber Heard. Le sentenze non si discutono, Depp ha vinto ed è giusto così, come era giusto per Polanski, come era giusto per la condanna di stupro di Mike Tyson, che poi abbiamo invitato a Sanremo. La sentenza Depp Heard è sacrosanta. Anche lui è stato condannato per aver dato della bugiarda all’ex moglie, e non è chiaro come le due cose siano compatibili. Si vedrà. Ma intanto, questa vicenda durata sei settimane ha prodotto danni con i quali si troveranno ad avere a che fare le donne dai 40 in giù nei prossimi anni, anche quelle che si sono precipitate a dissociarsi da Heard per paura di perdere punti ancillari sul mercato della distribuzione sentimentale. La sentenza Depp Heard servirà da oggi ai misogini per giustificare quel vittimismo con cui fingono di non sapere che un uomo può uccidere una donna a mani nude mentre l’inverso è impossibile. Che se qualcuno viene ucciso a coltellate gli inquirenti capiscono subito se l’assassino è uomo o donna, perché le coltellate dell’uomo rompono le costole e quelle della donna restano superficiali e sono fatali solo se fra le costole la lama ci finisce per caso. Che quando una donna rientra a casa di notte a piedi e incontra un gruppo di maschi ha paura. Se un uomo incontra un gruppo di donne magari si infila tra loro e fa lo scemo.

Ma la sentenza Depp Heard ci ha fatto capire molte altre cose.

Ci ha fatto capire che la violenza sulle donne è talmente accettata socialmente che nessuna donna abusata ha mai potuto contare sulla stessa alzata di scudi della quale ha beneficiato Johnny Depp. Il processo contro Amber Heard ha fatto indignare enormemente di più di milioni di donne oppresse in paesi con cui l’occidente fa affari, più delle 120 donne uccise in media in un anno in Italia dai loro compagni, dagli ex e da pretendenti rifiutati. Mentre si discuteva di Depp e Heard, gli afgani imponevano di nuovo il burqa alle donne e il mondo accoglieva la notizia con un’alzata di spalle “perché non c’è nulla che possiamo fare per loro”.

Ci ha fatto capire che il #metoo annoiava anche gli uomini più insospettabili, che ora si precipitano ad accusare Amber Heard di aver spazzato via tutte le giuste proteste delle altre in un colpo solo, e invece non è affatto vero, non è stato spazzato via proprio niente e questa storiella l’abbiamo già sentita per millenni parlando di paradisi e mele, adesso anche basta perché ne abbiamo le scatole piene di compassionevoli perdoni ad attori che chiudono le mogli in cantina o dei registi che rompono loro i timpani con una sberla senza che questo gli chiuda alcuna porta, mentre alle dinne si chiede sempre una morale molto maggiore e si infliggono condanne sociali per molto meno.

Alla fine di tutto, la sentenza Depp Heard ha solo coniato una nuova e pericolosa negazione di diritti per le donne, ha scritto un nuovo capitolo del doppio standard. Perché se prima avevamo già il dovere di essere vergini, di essere amanti focose ma di non amare troppo il sesso, di essere magre e di non invecchiare, di essere madri perfette, di avere la pelle senza impurità e di fare il detox, di non emettere flatulenze e rutti, di non ammalarci mai, ora abbiamo scoperto di non avere nemmeno diritto alla nostra quota di stronze, come gli uomini.