Ragazze contro il femminismo, il triste negazionismo per qualche like
Negli Usa sta facendo un grande successo un video in cui una ragazzina (che non cito) spiega al mondo che le donne stavano molto meglio prima che il femminismo le costringesse a lavorare, e che il femminismo è stato solo uno strumento dei poteri forti per aumentare il numero dei contribuenti e di consumatori. Il video, in cui la giovane si lamenta anche della “denatalità” proprio mentre abbiamo raggiunto gli 8 miliardi di abitanti, è costellato di immagini che rappresentano in modo romantico quella che secondo lei era la vita delle donne del passato: vesti bianche fluenti, cavalli che mangiano dalle mani delle fanciulle, coppie che ridono, cieli in cui risplende sempre il sole.
Sotto, migliaia di commenti di uomini, e di donne incoscienti come lei, che la elogiano.
Le ragazze contro il femminismo è l’ultima forma di negazionismo dopo quella dell’Olocausto o lo sbarco sulla luna, o l’attacco al Pentagono dell’11 settembre. Così come quella della Shoah, però è del tipo che funziona perché sono ormai troppo pochi i testimoni che non possono smentirlo.
Credo che ormai pur di ottenere dei like e dei followers si dica di tutto, anche contro se stesse, e che siamo arrivati al picco di inutilità dei social network. Se sono costretta a condividere tutto questo proprio su un social è perché convincere la gente a leggere qualcosa su un altro media in cui scrivano dei professionisti a cui è stata insegnata la deontologica e la ricerca delle fonti, e che rischiano grosso se non rispettano l’una e l’altra, è diventato impossibile.
Forse siamo stati incauti, credo che i social siano davvero la causa di tutti i mali che stiamo vivendo oggi, e forse dovrei lasciarli tutti per dissociarmene.
Ma nel frattempo, auguro alla neo paladina delle ragazze contro il femminismo, a questa cretina – perché è una cretina – di finire come le nostre bisnonne senza un conto in banca, senza un lavoro e senza il diritto di voto, sposata con un uomo che non ama scelto dal padre, e che sforni un figlio dopo l’altro per ritrovarsi vecchia e stremata a 40 anni sempre che non sia già morta prima di parto, visto che ci si muore ancora abbondantemente, o per le bastonate del marito rientrato ubriaco dal bordello, o per la sifilide che il consorte le ha romanticamente portato in casa.
(Photo by Liz Martin on Unsplash)