Ho usato per 18 anni un solo flacone di plastica grazie ai detersivi alla spina, e ora il distributore non c’è più
Questa è la storia di un flacone del detersivo che ha vissuto per quasi 20 anni fra il mio ripostiglio e la lavatrice, ma che ogni tanto usciva di casa e si faceva un giro in auto. Era un flacone da 5 litri con un bel manico, non ricordo più nenneno di qual marca o nome di detersivo fosse originariamente perché l’etichetta si era staccata da tempo. Non avevo più avuto bisogno di tradirlo con altri flaconi di detersivo perché intorno alla mia casa c’erano ben tre distributori di detergenti alla spina.
Il primo lo aveva messo un piccolo supermercato di Faleria, in provincia di Viterbo. La prima volta che mi sono servita lì è stato divertente e ho fatto un casino. Poi ho preso la mano e ci sono tornata sempre.
Poi ha messo il distributore una ferramenta, sempre a Falaria, e anche quella ha deciso di installare il distributore.
Poi a Rignano Flaminio è spuntato una piccola costruzione all’aperto piena di rubinetti, si chiamava “Il detersivo del sindaco” e funzionava a gettoni, come le casette dell’acqua leggera.
Piano piano sono spariti tutti. I negozianto che li avevano osati coraggiosamente hanno pensato che la spesa non valesse l’impresa, e hanno finito per arrendersi.
Ne è rimasto uno solo, di detersivi biologici nel negozietto di mia sorella che si è trasferita a Calcata un anno fa.
Perché i distributori di detersivi alla spina chiudono? Perché ci sono città come Milano dove sono praticamente inesistenti?
Per la pigrizia della maggior parte della gente, che trova scomodo ricordarsi di portare con sé i contenitori vuoti quando fa la spesa, così come in molti trovano ancora gravoso portarsi dietro le borse di tela.
Il primo lo aveva messo un piccolo supermercato di Faleria, in provincia di Viterbo. La prima volta che mi sono servita lì è stato divertente e ho fatto un casino. Poi ho preso la mano e ci sono tornata sempre.
Poi ha messo il distributore una ferramenta, sempre a Falaria, e anche quella ha deciso di installare il distributore.
Poi a Rignano Flaminio è spuntato una piccola costruzione all’aperto piena di rubinetti, si chiamava “Il detersivo del sindaco” e funzionava a gettoni, come le casette dell’acqua leggera.
Piano piano sono spariti tutti. I negozianto che li avevano osati coraggiosamente hanno pensato che la spesa non valesse l’impresa, e hanno finito per arrendersi.
Ne è rimasto uno solo, di detersivi biologici nel negozietto di mia sorella che si è trasferita a Calcata un anno fa.
Perché i distributori di detersivi alla spina chiudono? Perché ci sono città come Milano dove sono praticamente inesistenti?
Per la pigrizia della maggior parte della gente, che trova scomodo ricordarsi di portare con sé i contenitori vuoti quando fa la spesa, così come in molti trovano ancora gravoso portarsi dietro le borse di tela.
Ma voglio ripeterlo: quel detersivo alla spina mi aveva permesso di usare UN SOLO CONTENITORE IN PLASTICA IN 20 ANNI. Penso alla montagna di plastica che avrei generato in 7300 giorno e mi spiace pensare che forse, da ora in poi, dovrò alzare la mia quota di impatto ambientale perché non posso più portare avanti questa buona abitudine di cui andavo molto fiera.
L’estate scorsa il mio flacone è rimasto inutilizzato in auto mentre ero in vacanza. Lui che era abituato al fresco della dispenza, si è defprmato col caldo e non stava più in piedi. Tanto, non sapevo dover riempirlo. L’ho dovuto salutare.
L’estate scorsa il mio flacone è rimasto inutilizzato in auto mentre ero in vacanza. Lui che era abituato al fresco della dispenza, si è defprmato col caldo e non stava più in piedi. Tanto, non sapevo dover riempirlo. L’ho dovuto salutare.
Spero che prima o poi l’UE imponga ai supermercati di tenere obbligatoriamente, al loro interno, un distributore di detergenti per lasciare alla gente la possibilità di scegliere. Oppure, che i comuni vengano obbligati a installare almeno una spina pubblica. A volte ho la sensazione che si parli di ambiente evitando accuratamente di dare la possibilità di proteggerlo, rpovate a cercare di comprare delle bottiglie di vetro con chiusura eremetica da 1,5, la quantità che erogano le casette, e non le troverete. Io capisco che eliminare la plastica metterebbe in difficoltà le aziende che la producono. Ma io che sono giornalista mi sono dovuta reinventare quando avete smesso di leggere.
Se non volete fare dei piccoli cambiamenti alle vostre abitudini – portare una bottiglia di detersvo non è un sacrifico, è un automatismo esattamente come lavarsi i denti – allora è inutile anche mettere la mondo dei figli. Perché quello che avranno, fra 50 anni, sarà solo una discarica.