C’è ancora domani ci mostra due tipi di uomo, quelli veri e quelli da tenere a una spanna dalle terga


C’è un bel saggio della giornalista Kate White uscito negli anni 90, che parla di come a noi donne abbiano insegnanto a non mostrarci troppo compiaciute per i nostri successi, sia mai che poi gli uomini si sentano devirlizzati. Cuciniamo un pranzo da 30 coperti? “Ma è stata una sciocchezza, non era difficile”. Otteniamo una promozione al lavoro? “Ma sì, sono stata fortunata, il capo mi sopravvaluta”. E così, di fronte a un film che è a tutti gli effetti un capolavoro perché nuovo e unico, vedo molte donne limitarsi nelle lodi per non finire sulle scatole degli uomini. Io non cado da tempo in questa trappola e non ho intenzione di farlo con questo film.

Il successo di C’è ancora domani mi riempie di gioia e speranza, e mi auguro che molte donne colgano il messaggio più importante di questo film, che si trova nel finale e ribalta completamente il modo di espiremere l’happy ending. Spero inoltre che sempre più ragazze prendano esempio da Paola Cortellesi e si orientino verso la carriera della regia, senza necessariamente passare per la recitazione per essere prese sul serio, una tappa che non è rischiesta per forza agli uomini.
Ma in un paese in cui troppi uomini prendono in giro uno di loro quando obietta che l’iva sugli assorbenti è eccessiva (il povero Pippo Civati fu accusato di volersi ingraziare le donne per rimorchiare), e uno showbiz in cui se quando scrivo un articolo e cerco attori maschi che diano un’opinione sulla violenza contro le donne, si defilano quasi tutti per paura di mettersi contro gli altri uomini – “sa, è un argomento divisivo, qui come dici, sbagli” – c’è da fare anche tante lodi e ringraziamenti a Valerio Mastandrea per essersi sobbarcato in questo bel film l’odioso ruolo del patriarca manesco, per nulla facile da digerire.
Ma Valerio Mastandrea è un grande attore che non mi ha deluso mai, qualsiasi ruolo abbia intepretato, da Tutti giù per terra, alla cui prima aperta al pubblico al Barberini, dove facevano entrare i ragazzi senza bisogno di pagare perché quel film parlava di loro – al tempo, anche di me – lo incontrai giovanissimo e da lì in poi l’ho seguito sempre (favoloso in La linea verticale). C’è ancora domani è solo la conferma che su di lui non mi ero sbagliata.
Imparate, omuncoli, da lui e da Ryan Gosling, i nostri eroi del 2023, perché il confronto con loro sarà sempre più imbarazzante.

Valerio Mastrandrea e Paola Cortellesi