La depilazione laser, recensioni che tutte dovrebbero fare dopo per (generosa) chiarezza


A febbraio del 2021 ho deciso di sottopormi alla depilazione definitiva. Ho deciso che non mi sarei mai più sottoposta a una ceretta sui baffetti in vita mia, che non avrei più atteso l’arrivo dei dolorosi brufoli che spuntano il giorno dopo e che non avrei più strappato via nulla dal mio viso. Ho iniziato a depilarmi nel 1981, sono femminista dal 1976, indottrinata da un’ottima maestra elementare (Vanda LaNave, poi diventata attrice teatrale, è bene renderle il merito) e ho sempre pensato che non ci fosse niente di autodeterminato nel costringersi a portare i baffi e/o le gambe pelose come un macaco, non considero la depilazione una schiavitù patriarcale perché a me i peli non piacciono nemmeno sugli uomini, quelli umani non sono morbidi e setosi come quelli dei gatti per cui sogno un mondo in cui nascano già tutti lisci come la porcellana. Dopo un rapido giro di consigli fra amiche e colleghe ho deciso che avrei provato la depilazione laser, recensioni positive ne avevo sentite molte e mi ero convinta. Mi sono messa in cerca di un salone che fosse facilmente raggiungibile per me, che non mi mettesse ansia col parcheggio, che avesse una buona reputazione e che mantenesse i prezzi a livelli onesti. Sembrava una combinazione impossibile invece l’ho trovato in provincia, a Rignano Flaminio e no, la gestione di questo salone non mi sta pagando per parlarne, meglio anticiparlo a scanso di equivoci. Semplicemente, così come ho fatto per il trattamento Invisalign, mi piace segnalare chi lavora bene, se l’ho provato personalmente. Il salone, che poi è un minuscolo e lindo saloncino, si chiama Total Beauty e lo gestisce la proprietaria Chiara Modesti, una che non riesci a far arrabbiare nemmeno dandole buca all’appuntamento, tanto poi non lo farai mai più perché ti fa sentire in colpa con un overload di comprensione.

Al primo appuntamento, Chiara Modesti mi ha spiegato tutto per filo e per segno: “la depilazione al laser è radicale, progressiva e permanente”, ha sintetizzato. “La cosa buona è che la puoi fare anche nelle zone delicate senza alcun rischio, ad esempio le ascelle, perché il raggio va a colpire solamente la melanina scura del pelo all’interno del bulbo pilifero e non può scendere oltre, né danneggiare i tessuti, men che meno qualche organo interno”. Chiara è poi passata a darmi subito il warning che a una mia amica non è stato dato, con conseguenze spiacevoli: “dopo la depilazione devi proteggere la parte con un filtro solare forte nelle 48 ore successive e non andare a prendere il sole al mare, altrimenti si potrebbe macchiare la pelle”. Poiché dovevo fare proprio il baffetto, la parte che alla mia amica sfortunata si è scurita, il problema non c’era perché all’inizio del 2021 nessuno si sarebbe stupito nel vedermi con la mascherina all’aperto. Ho chiesto quante sedute ci sarebbero volute per risolvere definitivamente il problema ed è stata onesta anche su questo: “dipende da persona a persona. Per qualcuna basta una seduta, per altre cinque, non è possibile prevederlo”. Infine mi ha avvisata che per i peli bianchi non ci sarebbe stato nulla da fare, “quelli vanno via solo con l’ago”, mi ha detto. Ma per fortuna i miei erano così pochi che mi sono convinta. Ho preso l’appuntamento è ho fatto la prima seduta.

Per sottoporsi alla depilazione laser è necessario aver rasato la parte con il rasoio, e la rasatura come un uomo mi ha fatto un certo effetto. Chiara ha applicato sul labbro un gel simile a quello delle ecografie prenatali, mi ha protetto gli occhi con due pad di cotone e ha iniziato a passare la pistola sulla pelle. Cosa si sente? Un leggero calore e una microscopica fitta ogni volta che il laser trova un follicolo e lo brucia, il che dà anche una certa soddisfazione. In pochi minuti era tutto finito. Chiara mi ha messo della crema e sono andata a casa con la mascherina. Il giorno dopo ho visto rispuntare i peli con un certo disappunto. “Ecco fatto, con me non ha funzionato”, pensavo. Ne ho tirato uno con la pinzetta e invece si è sfilato senza alcun dolore. Era morto. Una settimana dopo tutti i peli morti erano caduti e io non riuscivo a staccarmi dallo specchio, perché qualsiasi tipo di depilazione avessi fatto nella mia vita non aveva mai prodotto un simile effetto. Non c’era l’ombra dei peli nascosti che rimaneva quando negli anni 80 usavo la crema depilatoria. Non c’era l’odiosa irritazione che fa seguito alla ceretta, a volte accompagnata da  un herpes sul labbro che ha risentito per lo stress. C’era solo pelle pulita e liscia, con i pori piccolissimi. Non ricresceva nulla e ho cominciato a pensare a quanto avevo contribuito nella mia vita a ingrossare le discariche di rasoi usa e getta, di strisce depilatorie e di tubetti di crema depilatoria, niente di riciclabile. Ho chiamato Chiara Modesti e le ho comunicato la mia decisione: “Li togliamo tutti”. Ho iniziato una serie di sedute a cadenza regolare, ripetendo di tanto in tanto le parti dove qualcosa rispuntava, ma mai tanto quanto prima. Ci sono volute tre sedute per i baffetti, due per le gambe, due per le braccia, tre per inguine e ascelle – “i peli ormonali sono in più duri da sconfiggere”, mi diceva intanto Chiara – e a luglio, a distanza di una settimana dall’ultima seduta, sono andata al mare. La sensazione di libertà di non dover mai controllare a che punto è la ricrescita non è descrivibile. Avevo messo in valigia un rasoio per scrupolo ma l’ho dimenticato.

Sono passati sei mesi, senza depilarmi. Ora è ricresciuta qualcosina ma Chiara mi aveva avvisata che un richiamo ogni tanto ci vuole “saranno sempre meno frequenti, prima sei mesi, poi un anno, poi un anno e mezzo…”. Sto facendo un giro di sedute per ripassare tutte le parti trattate, ma i follicoli vivi sono così pochi che quella micro sensazione ormai familiare quando bruciano la sento sempre meno. Ora mi sto facendo trattare anche il mento. Ovviamente non ho la barba, ma non voglio averla nemmeno quando sarò anziana, per cui mi porto avanti a sterminare i follicoli in modo da non avere sorprese in futuro. L’unico rimpianto che mi è rimasto, al momento è uno: perché non ci ho pensato prima?

 

 

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