Tutto quello da NON fare se vuoi visitare Calcata senza essere odiato
È uno dei borghi più belli d’Italia, se non del mondo, si trova a mezz’ora di auto da Roma ed è pieno di vedute spettacolari e di ristorantini in cui si mangia benissimo. Ma visitare Calcata può diventare sgradevole per chi ci arriva e un incubo per chi ci vive se il turista non evita i 9 errori più comuni che vengo commessi ogni giorno da chi ci si avventura. Ecco elencati gli sbagli che NON dovete assolutamente commettere quando volete visitare Calcata senza beccarvi più insulti che multe.
1) Seguire Google maps invece delle EVIDENTISSIME indicazioni stradali disseminate ovunque. Google Maps a Calcata NON FUNZIONA. C’è una stradina chiamata via della Lira, stretta e ripida, dove regolarmente rimangono incastrati i furbetti che non vogliono pagare i miseri spicci del parcheggio e cercano di entrare per vie traverse dall’alto. Questi volponi/e si spingono oltre tutti i cartelli del parechggio comunale, due divieti di accesso e un avviso di strada senza uscita. Spesso occupano i pochi posti disponibili nel cul de sac in cui vanno a finire, mollano l’auto lì ingombrando il passaggio in modo così drastico da rendere impossibile l’accesso di un’ambulanza nel caso in cui si senta male uno dei residenti. Poi si lamentano se la gente del posto li cazzia. E no, non dovete rispondere male se lo fanno, perché siete in torto voi che avete ignorato tutte le indicazioni per seguire Dio Google. Ringraziate invece il cielo quando quancluno vi fa la ramanzina e vi costringe al dietrofront, perché se parcheggiate alla chetichella il rischio di trovare i tergicristalli spezzati o i fari rotti è alto. Cose bruttissime da fare, ma come si dice in questi casi “un po’ te la sei cercata”.
2) Parcheggiare ad mentula canis. Conseguenza del precendete. Non ha senso fare “una passeggiata fuori porta” se poi pretendete di lasciare la macchina a 8 passi dal ristorante, in un punto che spetta invece a un residente che magari arriva con le borse della spesa da scaricare. Si indossano scarpe comode – persino Ilona Staller si è messa le scarpe da ginnastica per visitare Calcata nella primavera del 2022 – si va al parcheggio comunale, si paga – perché il paese ha bisogno di fondi per restare bellino – e si cammina fino al borgo. I residenti camminano molto e nessuno è mai morto precocemente per questo.
3) Arrivare a Calcata con la convinzione che sia un borgo abitato da “ex tossici in recupero”. Non si sa chi abbia messo in giro questa voce una trentina di anni fa, ma non c’è mai stata Calcata una comunità di recupero per drogati. A Calcata hanno abitato intellettuali come Paolo Portoghesi, pittori, scultori, giornalisti, attori e attrici, coreografi e ballerini famosi. A visitare Calcata ci sono venuti artisti internazionali come gli Spandau Ballet negli anni 80, il ballerino inglese Lindsay Kemp nel 2002, tutti gli attori romani a rotazione. La domenica sera è capitato di trovare in piazza Antonello Venditti o Nicolò Fabi che cantavano con i ragazzi del posto. Per cui evitate di rivolgere la domanda compassionevole “e tu tesoro, da quanto hai smesso di farti?” che anch’io mi sono sentita rivolgere più volte.
4) Arrivare a Calcata con la convinzione che sia “il borgo delle streghe” e raccontare sui social la leggenda delle “voci delle streghe che risuonano nei vicoli quando tira vento”. Non si sa chi sia stato il primo a mettere in giro ‘sta boiata, ma per colpa di Instagram si sta diffondendo molto. In realtà, invece, Calcata è famosa – e citata in una pagina dell’Ulisse di James Joyce – perché ha custodito per molto tempo una reliquia imbarazzante: il prepuzio di Gesù Cristo che veniva portato in processione. Fino a quando sono arrivati dei Men In Black che l’hanno rubata o sequestrata, nessuno lo sa.
5) Arrivare a Calcata con il drone e lanciarlo liberamente spiando anche nelle finestre dei residenti. Il volo dei droni è TASSATIVAMENTE VIETATO a Calcata perché si trova all’interno del Biodistretto del Parco Regionale della valle del Treja, ci vivono specie di uccelli protette che non vanno disturbate in volo e tra l’altro, se il drone cade su un tetto del 1700 sono cavoli acidi (vostri).
6) Arrivare a Calcata con l’atteggiamento da Francisco Pizzarro che colonizza gli Inca o di Madre Teresa di Calcutta che viene a sfamare gli indigenti. Qui nessuno ha la sveglia al collo e l’anello al naso, tutti i residenti attuali sono persone che vengono da varie esperienze professionali anche dall’estero, c’è un’alta densità di laureati e tutti parlano almeno due lingue. Vedervi parlare come se non capissimo l’italiano, o comportarvi senza seguire le regole perché “già vi facciamo un favore a lasciare i soldi nelle vostre botteghe” è molto irritante. Prima di tutto, il 90% delle persone che vivono a Calcata non ha alcuna “bottega”, alcuni dei negozianti abitano altrove e vengono ad aprirle nei weekend, la maggior parte dei residenti fanno i pendolari e rientrano tutte le sere, oppure sono liberi professionisti che lavorano in casa (giornalisti, scrittori, correttori di bozze, compositori, artigiani). Seconda cosa, di soldi ne lasciate molti pochi, per cui non tiratevela solo perché avete comprato un braccialetto da 10 euro.
7) Arrivare in piazza e chiedere “a che ora suonano i ragazzi con i bonghi?/a che ora si esibisce quel ragazzo sui trampoli?/etc?”. Le performance a Calcata sono estemporanee e spontanee, non c’è un programma e non dovete aspettarvi di trovare le cose che vi ha raccontato un’amica o unoi zio. Molti si stizziscono come se avessero pagato un biglietto per entrare. Più ci si viene, più aumentano le possibilità di vederle. E non sono “bonghi”, sono djembe.
8) Pubblicare filmati sui social dove inventate cose strane. Una volta ho visto una influencer farsi una pippa mentale sulle messe nere solo perché aveva visto fuori da una casa delle ossa di mucca che stavano solo lì ad asciugare per farne una composizione artistica: “cosa ci fanno a Calcata? Chi lo sa”, insinuava. Come diceva il filosofo Francis Bacon, gli umani credo a quello in cui gli piace credere. Ma a volte si può accendere il cervello e usarlo.
9) Arrivare a Calcata e chiedere dove si può comprare “il fumo”. Oppure chiedere “ma è vero che qui la Polizia non è autorizzata a entrare?”. Oppure camminare fingendo con gli amici di essere degli esperti del paese spiegandogli “questo borgo è completamente disabitato”. mentre i residenti stanno spazzando la soglia o stendendo i panni. Vi fate prendere per i fondelli più di quando, fino a qualche anno fa, passando davanti a un negozio di antiquariato che esponeva una carrozzina antica dicevano tutti “anvedi, quella della corazzata Potemkin!”. Tutti. Tra l’altro, senza aver mai visto il film, ma solo Fantozzi. Evitate, vi ridono in faccia.
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